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ARTICOLO TRATTO  DA "IL CITTADINO" DEL 5/02/2011 - Gli enti locali scelgono il “sociale”

A fronte dei tagli, le amministrazioni si sacrificano. Rancati: «Prova di grande responsabilità»
Gli enti locali scelgono il “sociale”
Approvati all’unanimità i conti del Consorzio lodigiano
 

 

Graffignana I comuni scelgono il sociale. Approvate all’unanimità le cifre da dedicare ai servizi erogati dal Consorzio. Il bilancio preventivo che l’ente guidato da Sergio Rancati si avvierà ad approvare ammonterà a 11milioni di euro. «L’assemblea consortile che si è riunita giovedì scorso a Graffignana - spiega il presidente - ha approvato senza dissensi le quote che i comuni devono versare per accedere ai servizi nel 2011». Da qui il Consorzio elaborerà il bilancio che sarà sottoposto all’assemblea entro aprile. «Alla vigilia dell’assemblea ero fortemente preoccupato - commenta Rancati - costretti come siamo a soddisfare con sempre meno risorse la crescita dei bisogni. Grazie però al dialogo costante con l’ufficio di piano, le assemblee distrettuali che si sono riunite nei giorni scorsi hanno messo a disposizione un milione e 110mila euro, cioè 420mila euro in più rispetto ai 678mila previsti». Questo, nonostante il Piano di zona abbia subito il taglio del fondo nazionale politiche sociali, di quello sociale regionale e di quello per la non autosufficienza e abbia un milione e 600mila euro in meno rispetto al 2010. «Abbiamo ricavato le risorse da alcune azioni del Piano di zona. In modo che i comuni fossero meno in difficoltà - precisa Rancati -. Il fondo sociale di solidarietà è rimasto a 5 euro per abitante e il fondo per minori stranieri non accompagnati a 0.50 per abitante». Dai 3,50 euro per abitante a 4 è passato, invece, il fondo per i servizi sociali territoriali dei 55 comuni che non ne hanno uno proprio. Tutte le quote di accesso ai servizi degli enti locali sono state portate all’85 per cento del costo intero, tranne la tutela minori e l’assistenza domiciliare minori nelle famiglie in difficoltà (in questi due casi le quote sono del 77 e dell’82 per cento). «Visto che i bambini in comunità non devono essere considerati di questo o quel comune, ma di tutti - dice il presidente -, per coprire il restante 15 per cento, oltre al milione messo a disposizione dall’ufficio di piano, abbiamo deciso di pescare di più dal fondo di solidarietà». E l’idea è stata accettata da tutti, anche dal sindaco di Casale Flavio Parmesani che nel corso delle assemblee distrettuali aveva votato contro e che ora, alla vigilia dell’assemblea, aveva detto di voler lasciare all’85 per cento tutte le quote, anche quelle dei servizi minori, per ridurre il fondo di solidarietà da 5 euro per abitante a 4. «Giovedì - commenta Rancati - è stata data prova di grande maturità, responsabilità e compattezza del territorio, in un momento di gravissima difficoltà. Rinunciando a qualche iniziativa più politicamente eclatante i comuni hanno scelto, invece, di sostenere il sistema del welfare locale». Da oggi, il tavolo del gruppo budget resterà in piedi e incomincerà a pensare a soluzioni che portino soldi in cassa al Consorzio. Nel 2012, infatti, il fondo nazionale politiche sociali tenderà a zero, quello per la non autosufficienza sarà azzerato e la quota dell’85 per cento sarà destinata a crescere fino al 100 per cento. La comunità avviata a Basiasco va già in questa direzione, ma il Consorzio potrebbe pensare anche ad avviare dei consultori. Facendoli accreditare: tutta l’attività che oggi il Consorzio si deve sobbarcare potrà così essere pagata dal sistema sanitario».Cristina Vercellone

 

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